Mercoledì 28 novembre @ SPAZIO autogestito (aula 0.06 edificio D/5)
Ore: 13:00 – Pranzo sociale a prezzi popolari, a seguire proiezione video e mostra fotografica.
Ore 16:00 – Dibattito con il presidente dell’associazione di amicizia italo-palestinese e esponenti ISM (International solidarity movement)
Collegamento telefonico con il coordinatore ISM a Nablus
Burin è un villaggio situato a 7 kilometri da Nablus, circondato da tre colonie illegali: Yitzhar, Bracha, Givat arous. Burin è un terreno di addestramento per i militari, questo piccolo e meraviglioso villaggio è tormentato da coloni e soldati che ogni notte irrompono nel villaggio cercando di spaventare e intimidire gli abitanti. Ma, privazione del sonno, intimidazioni e la costante minaccia di perdere la loro terra, I loro figli, mariti, parenti non ferma l’opposizione da parte degli abitanti. Nel 2005 alcuni giovani ragazzi/e del villaggio di Burin, spinti dal sogno di avere un posto dove ritrovarsi e organizzare attività, decidono di raccimolare fondi per aprire un centro culturale, che finalmente vede la luce nel 2007.
Nel 2011 un anziano del villaggio dona alla comunita una vecchia baracca per animali. A ottobre i membri del centro culturale decidono di imbarcarsi in questa nuova avventura, la ristrutturazione della stalla da adibire a nuovo centro culturale. Spinti dal desiderio di essere autosufficienti, e poter investire I soldi dell’affitto ( cosa che , data l’elevata disoccupazione è sempre stato un problema per gli abitanti) in altre attività a supporto del villaggio. Inizialmente riescono a raccimolare 1000 shekel, cosi iniziano i lavori. Dopo due settimane di lavoro i soldi finiscono e i lavori si fermano per circa due mesi. Tutto il lavoro svolto e stato a titolo volontario, e I materiali sono stati aquistati tramite collette da parte degli abitanti che settimanalmente (non sempre, e solo chi può) versano qualche shekel. Attualmente i lavori sono fermi, a causa della mancanza di fondi.