mercoledì 23 gennaio ore 16.00 proiezione di “Bloody Sunday” di P. Greengrass
mercoledì 30 gennaio ore 16.00 proiezione di “The weather underground” di S. Green e B. Siegel
mercoledì 13 febbraio ore 16.00 proiezione di “Ogro” di G. Pontecorvo
mercoledì 23 gennaio ore 16.00 proiezione di “Bloody Sunday” di P. Greengrass
mercoledì 30 gennaio ore 16.00 proiezione di “The weather underground” di S. Green e B. Siegel
mercoledì 13 febbraio ore 16.00 proiezione di “Ogro” di G. Pontecorvo
Il film è ambientato nella New York del 1993, poco prima dell’ascesa del Sindaco Rudolph “Tolleranza Zero” Giuliani, e mostra la quotidianità di una coppia di trafficanti di droga centroamericani sotto le feste natalizie. Tutto scorre tranquillo e normale fino a che il marito viene rapito da un gruppo di trafficanti di colore, con cui la coppia fa affari, interessata ad impadronirsi dei loro soldi ma anche ad esprimere giudizi morali sul loro “bizzarro” stile di vita.
Iniziativa sulla Palestina con l’interventi del presidente dell’associazione amicizia italo-palestinese, di attivisti dell’ISM (International Solidarity Movement) e una chiamata skype con il coordinatore ISM da Nablus, in Palestina.
In più, video sul centro di Burin e un piccolo documentario sulla nave Estelle (III Freedom Flottilla) passata da Napoli, prima di partire per Gaza dove non è mai arrivata, fermata dalle forze israeliane in acque internazionali.
Tutto ciò per informare sulle condizioni di vita dei palestinesi, che per passare da una parte all’altra della città, andare a lavoro o semplicemente muoversi per il paese trovano sulla loro strada i check point israeliani: devono subire le angherie dei soldati, file lunghissime e spesso il divieto di passaggio o il carcere, a discrezione dei soldati israeliani di turno.
Scritto e diretto dal palestinese Michel Khleifi e dall’israeliano Eyal Sivan, Route 181, frangments of a journey in Palestine-Israel (frammenti di un viaggio in Palestina-Israele) è un documentario on the road. Un viaggio dal sud al nord del paese, nel periodo in cui era in costruzione il muro che segrega il popolo palestinese.
Mercoledì 28 novembre @ SPAZIO autogestito (aula 0.06 edificio D/5)
Ore: 13:00 – Pranzo sociale a prezzi popolari, a seguire proiezione video e mostra fotografica.
Ore 16:00 – Dibattito con il presidente dell’associazione di amicizia italo-palestinese e esponenti ISM (International solidarity movement)
Collegamento telefonico con il coordinatore ISM a Nablus
Burin è un villaggio situato a 7 kilometri da Nablus, circondato da tre colonie illegali: Yitzhar, Bracha, Givat arous. Burin è un terreno di addestramento per i militari, questo piccolo e meraviglioso villaggio è tormentato da coloni e soldati che ogni notte irrompono nel villaggio cercando di spaventare e intimidire gli abitanti. Ma, privazione del sonno, intimidazioni e la costante minaccia di perdere la loro terra, I loro figli, mariti, parenti non ferma l’opposizione da parte degli abitanti. Nel 2005 alcuni giovani ragazzi/e del villaggio di Burin, spinti dal sogno di avere un posto dove ritrovarsi e organizzare attività, decidono di raccimolare fondi per aprire un centro culturale, che finalmente vede la luce nel 2007.
Il film inizia con una citazione di Camus And never have I felt so deeply at one and the same time so detached from myself and so present in the world, tradotto in “non mi sono mai sentito allo stesso tempo così distaccato da me stesso e così presente nella realtà”. La storia si svolge in tre settimane in un liceo statunitense di una delle tante aeree periferiche degli Stati Uniti in progressivo degrado culturale e sociale prima che economico: adolescenti violenti e senza speranza predestinati al fallimento e all’emarginazione sociale sono la scoria prodotta da una società in cui i genitori hanno perso cognizione del pur minimo senso della vita.
Il protagonista Henry Barthes è un insegnante supplente prigioniero del suo passato di bambino che ha subito il suicidio della madre rimasta sola a crescerlo. Henry si prende cura del nonno con cui è cresciuto dopo il suicidio della madre, il quale, in seguito a quell’evento, ha perso il senno.